19 pensieri su “5D per martedì 7 febbraio

  1. L approccio di Hempel, secondo il quale una teoria scientifica risulta verificata se deriva da un fenomeno noto e segue legge universali, sembra essere molto convincente in quanto riammette nel campo scientifico proposizioni che con gli approcci precedenti venivano escluse, come per esempio: ” la penna nera si trova sul tavolo.”.
    Alla luce di ragionamenti ulteriori, però , anche questo metodo presenta dei problemi.
    Il primo tra questi è che un fenomeno/evento X può essere spiegato da una causa/evento Y ma non è certo che invertendo i due eventi la proposizione rimanda corretta. Per esempio si può spiegare la lunghezza dell’ombra di una bandiera dalla sua altezza ma non è possibile spiegare l’ altezza della bandiera con la lunghezza della sua ombra.
    Il secondo problema riguarda la troppa permissibilità dell’approccio, ossia, esso rende vere spiegazioni impossibili ma che seguendo il ragionamento sembrerebbero corrette. Un esempio di ciò può essere la spiegazione del perché un uomo non rimane incinto, data da un medico a un bambino. Il medico risponde che ciò non può avvenire perché l uomo prende anticoncezionali ma il vero motivo non è certo questo.
    Inoltre questo approccio prevede delle leggi universali che vanno dedotte, qui su cade nei problemi dell’induzione. Un problema può essere che, nonostante molti esempi sembrino avvalere una certa teoria , non è certo che esista un caso che la smentisca. Di conseguenza non è possibile avere delle leggi universali certe.

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  2. Sicuramente rispetto alla concezione empirista, con le “correzioni” di Hempel si può notare un allargamento di orizzonti che permette in modo migliore di analizzare il linguaggio e numerose proposizioni che, nell’ottica empirista, erano insalvabili. Bisogna notare però che il problema non è completamente risolto perchè si crea il problema delle proposizioni universali, frasi date per vere ma pressochè inspiegabili

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    1. Avresti potuto spiegare meglio il problema delle proposizioni universali (non sono empiricamente verificabili in tutte le loro occorrenze, pressoché infinite). Inoltre non si tratta del solo limite del modello di Hempel.

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  3. La teoria di Hempel permette finalmente di dare una spiegazione scientifica attraverso il ricorso a una legge generale correlata con la relativa dimostrazione eliminando qualunque lato misterioso del fenomeno analizzato e ci permette anche di predire in futuro tale fenomeno nel caso fosse sconosciuto. Tuttavia non risulta possibile dare una spiegazione dell’origine delle leggi universali e in alcuni casi consente a leggi non scientifiche di essere considerate tali come nell’esempio della lunghezza dell’asta della bandiera

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    1. Le leggi astronomiche e trigonometriche che consentono di “predire” l’altezza della bandiera sulla base della lunghezza dell’ombra che essa proietta in un determinato istante non sono “leggi non scientifiche”. Il problema è un altro: esse non legano causalmente (esplicativamente) i due fenomeni in questo modo, ma all’incontrario, cosa che il modello di Hempel non mette in giusta luce.

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  4. Hempel dice che per produrre un discorso scientifico non ci si può limitare a descrivere semplicemente uno o più avvenimenti, ma è condizione necessaria e sufficiente che siano esplicati secondo leggi universali.
    la legge di copertura hempeliana consiste nel dimostrare che il fenomeno che viene dimostrato è, per l’appunto, coperto, ovattato, nascosto, da una legge di natura più generale.

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    1. Non si tratta di “ovattare” o “nascondere”, ma di spiegare “alla luce” di leggi universali.
      In ogni caso manca una discussione del modello hempeliano. In una prova formale sarebbe una risposta del tutto incompleta e anche poco pertinente al quesito! Pay more attention! Vorsicht!

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  5. Attraverso la “legge di copertura” Hempel riese a superare l’iniziale problema che si aveva con la correzione del principio di verificazione di Schilik. Con l’idea di Hempel non basta descrivere un fatto per far sì che si tratti di un discorso scientifico, ma si necessita anche di una sua spiegazione. In questo modo perdono il valore scientifico tante comuni frasi che con la correzione a Schilik venivano erroneamente attribuite come scientifiche. D’altro canto, nei limiti della visione di Hempel, sorge un altro problema. Per la spiegazione di un fatto occorre un fatto avvenuto prima ma volendo poi si può ragionare al contrario, con il procedimento inverso e arrivare alla spiegazione del fatto che prima era antecedente. Questo però nella realtà non sempre coincide ed è uno dei limiti, assieme alla mancata spiegazione delle leggi universali.

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    1. … e alla mancata attenzione alla rilevanza dei fatti (esempio di Gianni, che non è incinto perché, verosimilmente, maschio e non perché abbia assunto anticoncezionali). Attenzione al linguaggio: “Questo però nella realtà non sempre coincide” è frase monca (volevi dire: “questo non sempre coincide con ciò che osserviamo e intendiamo” o qualcosa del genere).

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  6. Sicuramente l’utilità della legge di copertura di Hempel sta nel fatto che consente di formulare discorsi scientifici, distinguendoli da quelli di ordine sentimentale o teologici. Il fatto che il fenomeno debba essere spiegato, da come minimo una legge universale (generale) e un fatto particolare, implica che la relazione fra l’ex-planandum e l’explanans sia di tipo simmetrica quando in realtà è asimmetrica. Inoltre la legge di copertura ammette tra le spiegazioni scientifiche cose che intuitivamente non lo sono e quindi informazioni che non sono rilevanti al fine di spiegare il fenomeno.

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  7. Hempel, interessato al linguaggio e alla sensatezza delle proposizioni, inizialmente modifica il principio di verificazione di Schlick formulandolo in maniera più generale sostenendo che :“il significato di una proposizione, che pretende di avere valore scientifico, è il metodo della sua verificazione”. In questo modo “allarga” il campo delle proposizioni sensate ma allo stesso tempo ne permette la banalizzazione di molte altre. Formula, dunque, la così detta “legge di copertura”, con la quale chiarisce che per produrre un discorso scientifico non basta descrivere un fatto, ma occorre spiegarlo e prevederlo secondo leggi universali. Il “punto positivo” della sua teoria è che permette di dare senso e valore a più proposizioni e dà valore scientifico solo a quelle che si basano su teorie universali, conosciute in tutto il mondo e valide nella realtà. Nonostante ciò, i limiti della teoria e le difficoltà che incontra sembrano effettivamente superare gli aspetti vantaggiosi; i limiti si suddividono in “limiti dell’induzione” e nei così detti “problemi della bandiera e di Gianni”.
    I principali limiti dell’induzione sono:
    • Dato un numero anche grande di osservazioni che sembrano verificare una certa legge universale, non si può mai escludere di registrare un caso che la falsifica;
    • La frequenza dei casi confermativi non aumenta neanche la probabilità che una determinata proposizione universale sia vera (sia davvero una legge scientifica); (Paradosso dei corvi neri, paradosso di Goodman, paradosso dei casi infiniti, paradosso delle condizioni al contorno).
    Il “problema della bandiera” è quello della simmetria: la spiegazione di un fatto è generalmente asimmetrica mentre con la legge di copertura diventa simmetrica (si potrebbe infatti spiegare sia la lunghezza dell’ombra sia quella dell’asta, nonostante quest’ultima non riguardi una legge scientifica). Inoltre mette in luce una contraddizione alla tesi hempeliana secondo cui la spiegazione e la predizione sono due facce della stessa medaglia.
    Il “problema di Gianni” invece permette al modello di copertura di essere troppo permissivo ammettendo tra le spiegazioni scientifiche cose che intuitivamente non lo sono. → Problema dell’irrilevanza.

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    1. Fin troppo esauriente. Dei problemi dell’induzione, in dettaglio, dobbiamo ancora occuparci. Attenzione che Hempel non “banalizza”, anzi risolve il problema della banalizzazione (eredità dei positivisti logici) introducendo il modello della legge di copertura (so che lo sai, ma dal tuo scritto non risulta chiaramente questo aspetto, ma sembra che inizialmente anche Hempel “banalizzasse”)

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  8. La teoria Hempeliana ha senz’altro a suo favore la possibilità di superare i limiti dell’empirismo logico e pare dare una solida base empiristica alla scienza introducendo il carattere della prevedibilità certa che è a mio parere un grande passo avanti. Questo approccio non riesce tuttavia a superare i limiti dell’induzione che deve evidentemente essere escluso dal metodo scientifico dato che entra in contrasto con la capacità di predire i fenomeni dando una connotazione probabilistica a leggi ricavate in questo modo. La teoria Hempeliana si scontra inoltre con problemi di tipo causale come verificatosi per gli esempi “della bandiera” e ” di Gianni “. Non introducendo il concetto di causa la teoria Hempeliana non può che scontrarsi con la concezione di causa usata nel linguaggio comune, sebbene infatti le affermazioni dei due esempi sembravano essere corrette sotto il punto di vista della scienza descritta dalla teoria di Hempel, è evidente che esse siano sbagliate se non viene perfezionata la definizione di scienza della teoria Hempeliana (ad esempio appunto introducendo il concetto di causa.

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  9. Hempel con la “legge di copertura” chiarisce che per produrre un discorso scientifico non basta descrivere un fatto, ma occorre spiegarlo secondo leggi universali. Da questo però si deve tenere conto che non risolve il problema dell’origine delle proposizioni universali e quindi ne limita molto il suo campo di applicazione.

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  10. Hempel risolve il problema chiarendo che per produrre un discorso scientifico non basta descrivere un fatto ma occorre spiegarlo secondo leggi universali. In sostanza appare appare difficile evitare di integrare il modello inreoducendo il concetto di causa che comunque sembra avere natura metafisica ed eccedere i limiti dell’empirismo.

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