4E per sabato 25 febbraio 2017

Dopo aver ripassato gli argomenti del modulo rispondi, alla luce anche della tua esperienza di studio nelle discipline scientifiche del curricolo scolastico, al seguente quesito.

  • La conoscenza scientifica si deve più (o esclusivamente) all’osservazione empirica (o, eventualmente, alla sperimentazione in laboratorio) o alla costruzione di teorie razionali (generalmente su base matematica)?

23 pensieri su “4E per sabato 25 febbraio 2017

  1. Secondo me la conoscenza scientifica si basa sia sull’osservazione empirica che sulla costruzione di teorie razionali. Dal mio punto di vista infatti viene prima elaborata una teoria razionale ed in seguito sperimentata ed appurata attraverso sperimentazioni in laboratorio. Non credo quindi che una sia più importante ed utile dell’altra.

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    1. E sono sufficienti, questi due approcci? Se una o più osservazioni confermano una teoria, allora essa è valida? In questo caso l’osservazione del moto diurno del Sole confermerebbe il geocentrismo o la constatazione empirica che ogni oggetto in movimento, se non è soggetto a forze esterne, prima o poi cessa di muoversi confermerebbe la teoria aristotelica del moto (che ignora il principio di inerzia, ricavato soprattutto su basi razionali).

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  2. A mio parere non si può basare la conoscenza scientifica solo sull’empirismo o sulla teoria perché non c’è uno senza l’altro. La conoscenza scientifica é una successione di fatti accertati sia di parte empirica, come gli esperimenti, sia di parte teorica. Ad esempio i nostri studi si basano sulle geometrie euclidee che a loro volta si basano sui 5 postulati di Euclide, presi come veri ma non dimostrabili empiricamente, oppure ci basiamo sul teorema di Pitagora, dimostrabile anche con un esperimento. Quindi non si può decidere quale modo é il piu giusto per fare scienza, ma bisogna sfruttare al massimo tutti i modi che abbiamo per il progresso

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    1. D’accordo, ma il problema è come “combinare” i due approcci. Non vediamo punti e linee, che supponiamo posseggano sempre le stesse proprietà, mentre quello che vediamo potrebbe sempre essere diverso da com’è. Da una parte l’essere, dall’altra il divenire, direbbero gli antichi filosofi greci. Come conciliare i due “sguardi” sul mondo?

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  3. La conoscenza scientifica si deve più alla costruzione di teorie matematiche infatti nel corso della storia si sono susseguite diverse leggi che spiegavano uno stesso fenomeno e che andavano a semplificare, precisare o correggere le precedenti. Inoltre gran parte dei fenomeni studiati sono, al giorno d’oggi, ancora impossibili da sperimentare in laboratorio, quindi basarci su teorie fisiche. Per esempio per dimostrare il principio di inerzia si dovrebbe poter disporre di un piano infinito e senza l’attrito dell’aria, ma ciò è impossibile.

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    1. Se più teorie possono essere invocate per spiegare (“salvare” diceva Platone) lo stesso fenomeno, come distinguere tra esse, se non, ad esempio, sulla base di più accurate osservazioni? Ma, in questo caso, non diventa rilevante anche l’approccio empirico?

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  4. Credo che alla conoscenza scientifica moderna abbiano contribuito sia l’empirismo che la costruzione di teorie razionali basate su principi non attinti dall’esperienza. Penso che questi metodi siano equamente importanti nella storia dell’uomo, seppure in momenti e settori diversi.
    Generalmente il metodo empirico viene adottato nei settori della ricerca applicata (medica, farmaceutica, industriale, ecc.) mentre quello della ricerca pura viene impiegato nei settori di ricerca teorica avanzata (fisica atomica, astrofisica, spaziale, nella ricerca di modelli teorici e matematici nell’economia, demografia, ecc) .
    Secondo il mio parere la ricerca empirica è orientata a risolvere problematiche e a dare risposte ad esigenze e domande attuali, è per così dire migliora di continuo le conoscenza già acquisite, mentre la ricerca pura è orientata a esplorare e individuare i principi e le leggi naturali elaborando modelli teorici sostenuti da modelli matematici. In un certo senso sono i pilastri del futuro sul quali si baseranno l’empirismo per dimostrare la validità delle teorie elaborate e i tentativi di trasferimento alla ricerca applicata.

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    1. Interessante la distinzione che fai tra ricerca pura e applicata. Si tratterà di capire come coniugare l’osservazione (NON l’empirismo: l’empirismo è la teoria filosofica secondo la quale in campo scientifico sono determinanti le esperienze, dunque le osservazioni) e la teoria.

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  5. Penso che la Scienza oggi possa contare su un ampio raggio di conoscenze di fenomeni e di dati acquisiti sperimentalmente, grazie a ricerche e competenze molto avanzate, che comunque per divenire modelli “assoluti” hanno bisogno di essere innestate su modelli teorico-matematici. Del resto lo stesso metodo sperimentale, da Galileo Galilei in poi, prevedeva comunque una articolazione in fasi che a partire dall’osservazione di un fenomeno richiedevano l’elaborazione di ipotesi, le prove sperimentali e infine la formulazione di un’ipotesi generale, applicabile a fenomeni analoghi e riproducibili. In sostanza, credo che un approccio non escluda necessariamente l’altro, e che anzi siano interdipendenti, in particolare nell’ambito delle cosiddette scienze “pure”. Un altro elemento che secondo me deve essere evidenziato, è che sempre più gli scienziati non possono lavorare da soli, ma devono condividere le loro teorie e le loro sperimentazioni con la comunità scientifica, perché l’avanzamento delle conoscenze allarga i confini di applicazione e richiede di essere discusso e testato in un ambito più ampio.

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  6. Io personalmente ritengo che la conoscenza scientifica sia il frutto sia dell’osservazione empirica che dello sviluppo di una teoria razionale infatti l’osservazione di un fenomeno pone le basi per lo sviluppo di una teoria razionale basata principalmente sulla matematica che sia in grado di spiegare un dato fenomeno.Senza l’osservazione a mio parere potremmo fare numerose ipotesi che tuttavia non saremmo mai in grado di verificare e allo stesso modo potremmo dire che senza lo sviluppo di una teoria razionale continuando a osservare un dato fenomeno sarebbe molto difficile se non impossibile arrivare a descrivere quel fenomeno senza avere un “illuminazione divina”(come sosteneva Agostino e molti altri filosofi). In conclusione la conoscenza scientifica si deve all’unione dell’osservazione empirica e dello sviluppo di teorie razionali poichè senza una di queste sarebbe impossibile arrivare a conoscere senza “l’aiuto” di Dio

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  7. Secondo me la scienza si deve più alla costruzione di teorie razionali basate sulla matematica. Se non possediamo strumenti per l’osservazione empirica del fenomeno analizzato, possiamo solamente applicare teorie razionali che possono, alla fine, confermare, o meno, le nostre ipotesi. Al contrario, se è possibile verificare empiricamente le nostre idee perché è disponibile la tecnologia per farlo, solo dopo aver applicato leggi razionali verifichiamo in modo empirico.
    Ad esempio, l’osservazione di fenomeni naturali come la conchiglia del Nautilus risponde a leggi matematiche: spirale logaritmica identificabile con la successione di Fibonacci, la quale a sua volta è matematicamente legata alla sezione aurea (base matematica). In questo caso non è possibile, per ora, dimostrare empiricamente che la spirale segua la sezione aurea, perché questa ha infinite cifre decimali dopo la virgola.

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  8. A mio parere la conoscenza scientifica si deve maggiormente alla sperimentazione in laboratorio e all’osservazione empirica, in quanto attraverso l’osservazione e l’applicazione diretta del fenomeno possiamo valutare noi stessi ciò che analizziamo e quindi fare le giuste valutazioni.

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  9. È difficile rispondere a una simile domanda, la conoscenza scientifica è il risultato di una serie di pratiche che variano molto da scienziato a scienziato. Tuttavia, secondo me, l’osservazione empirica e la sperimentazione in laboratorio hanno dei limiti, infatti non sempre è possibile considerare tutte le variabili di un certo fenomeno. Il ragionamento, al contrario, non pone limiti all’immaginazione e impone allo stesso tempo di essere logici.
    In conclusione penso che il ragionamento sia alla base della moderna conoscenza scientifica. Questo non significa che l’osservazione e la sperimentazione non siano utili, al contrario forniscono un utile supporto al raggiungimento della conoscenza dei meccanismi che stanno alla base di un fenomeno scientifico.

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    1. Molto convincente. Resta da capire come distinguere i ragionamenti buoni da quelli cattivi, a parità di coerenza… Ti ricordi l’intuizione di Platone? Potrebbero essere buoni, fino a prova contraria, i ragionamenti che “salvano i fenomeni”

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  10. Secondo me si deve più alla creazioni di teorie razionali in quanto l’osservazione empirica e le esperienze laboratoriali servono soltanto alla consolidazione di esse. Senza aver fatto o creato delle teorie è inutile approcciarsi con esperienze materiali perché si rischierebbe anche di non apprezzare a fondo la prova pratica

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