16 pensieri su “5F per sabato 4 marzo

  1. A mio parere la teoria di Kuhn è quella che più si avvicina alla verità.
    Kuhn in qualche modo “critica” Popper per quanto riguarda la scelta tra due teorie entrambe scientifiche. Infatti , come sappiamo , la teoria di Popper ha un limite non da poco : posto che ho due teorie scientifiche , quale delle due è migliore? Ecco, con lui in effetti non si capirebbe perché afferma che la teoria non falsificabile risulterebbe “la migliore”, quella “vincente”. Ma se noi provassimo a capire quale tra la teoria di Einstein e quella di Newton rispecchia di più la realtà, ci troveremo a falsificarle tutte e due in quanto entrambe possono avere dei difetti. A questo punto la domanda diventerebbe : e allora quale difetto “ha meno grave”?.
    Quindi il fatto che Kuhn non falsifichi queste teorie ma semplicemente dice ” presentano” delle anomalie” , mi convince molto di più rispetto alle altre ipotesi fornite dagli altri filosofi.
    Infine Kuhn, e io d’accordo con lui, è convinto che non esiste una perfetta ragione secondo cui uno scienziato crede a una teoria o a un’altra , ma si parla più di una ragione filosofica o religiosa.
    Se io chiedessi per esempio ad un credente del perchè esiste la Terra , lui risponderebbe : perchè l’ha creata Dio. Se invece facessi la stessa domanda ad un ateo , lui risponderebbe : perchè moltissimi anni fa c’è stato il Big Bang, ecc. Però effettivamente nessuno di noi sarebbe in grado di capire chi dei due ha ragione perchè intanto non sappiamo se Dio esiste davvero o meno o se il Big Bang ha creato il nostro universo e pianeta oppure c’è se dietro a tutto ciò ,c’è altro.

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  2. L’approccio che più mi convince è quello di Thomas Kuhn: egli non considera subito sbagliate teorie che magari, per qualche caso, presentano delle eccezioni. Ad esempio, l’avanzamento della scienza o della tecnica potrebbe far cadere alcune teorie che invece ritenevamo buone per mezzo di qualche anomalia (così la definisce Kuhn); ma ciò non stabilisce l’assoluta perdita di validità di tale teoria, soprattutto nel momento in cui non esiste una teoria più generalizzata che inglobi anche l’eccezione stessa.

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    1. L’idea di una teoria più generale che ne ingloba un’altra è molto interessante e meriterebbe di venire approfondita. La teoria della relatività potrebbe essere vista in questa luce rispetto alla teoria di Newton. Tuttavia la teoria “inglobata” non è più esattamente quella di prima, perché quella di prima è stata confutata dalla nuova, mentre quella inglobata si “restinge” in modo opportuno così da non essere più falsificata.

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  3. Secondo il mio parere nessun autore fino ad ora esaminato offre un criterio del tutto inconfutabile per determinare il grado di scientificità di una teoria ma, dovendo scegliere, il più convincente mi sembra essere Kuhn.
    Nel suo pensiero, infatti, mi appare convincente ed essenziale l’osservazione che nessuna teoria è completamente esente da falsificazioni e per questa ragione sia giusto cercare di risolvere eventuali anomalie senza abbandonarla.

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  4. Tra quelle analizzate, la teoria più convincente è secondo me quella di Kuhn. Trovo infatti sensato ignorare o sottostimare temporaneamente gli aspetti problematici di una teoria, concentrandosi nell’arricchimento dei suoi punti forti. Le anomalie che una teoria presenta potrebbero infatti trovare un spiegazione successivamente, con uno studio più approfondito, il quale permetterà di cogliere aspetti che in un primo momento potrebbero sfuggire. Se poi le anomalie cominciano ad accumularsi e ad essere sempre meno eludibili, è giusto abbandonare il vecchio paradigma, ormai evidentemente debole, e sostituirlo con una nuova concezione scientifica che possa essere più completa/corretta.
    Il metodo mi sembra essere abbastanza simile a quello tutt’oggi utilizzato e questa potrebbe essere un’ulteriore prova del suo effettivo funzionamento.

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    1. Già, ma non esiste un “numero” preciso di anomalie a fronte delle quali un paradigma dovrebbe essere abbandonato a favore di un altro (che spesso presenta a sua volta anomalie, a volte ancora “maggiori”, come nel caso del sistema copernicano rispetto a quello tolemaico).

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  5. A mio parere l’approcio più convincente è quello di Popper, il quale arriva finalmente alla risoluzione del problema riguardante le teorie scientifiche, l’unico problema che Popper non riesce a risolvere è il cosidetto grado di falsificabilità, per questo bisognerebbe passare a Kuhn che però non ci offre un criterio per determinare se la frase è scientifica o meno.

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  6. A mio parere la teoria dei paradigmi di kuhn sia più convincente perché supera in un certo senso la teoria di Popper, evita di abbandonare immediatamente le teorie confutate dalle anomalie e le esamina con approccio puramente scientifico. Non utilizza solo la logica ed esalta una rivoluzione scientifica.

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  7. La teoria che più mi convince è il fallibilismo popperiano perché é la teoria ancora usata oggi. Un discorso è scientifico quando è falsificabile, ovvero non è dato per certo, ma è così fino a prova contraria, in continua evoluzione.

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  8. La teoria dei paradigmi di Kuhn indebolisce molto il criterio di falsificabilità di Popper, rendendo tutte le teorie (attraverso l’introduzione di anomalie da risolvere) in una maniera o nell’altra sempre verificabili, come quella di Marx e Freud. Ciò nonostante tale metodo permette e ha permesso di salvare teorie che Popper avrebbe scartato immediatamente dato che sono state confutate, ma che in realtà sono risultate false solo a causa della mancanza di conoscenze accurate e approfondite da parte dello scienziato (come ad esempio il fatto che non ci si era accorti della presenza di Nettuno).
    Quindi Kuhn offre un criterio che tenta di “tappare” le eventuali lacune tralasciate dallo scienziato o che semplicemente non ha potuto approfondire a causa della mancanza di conoscenze e mezzi adeguati.
    Considero quindi il fallibilismo popperiano come l’approccio più soddisfacente a livello universale, ovvero se avessi tutti i dati e mezzi necessari per studiare un caso nella sua completezza (e quindi mi fossi già accorto dell’esistenza di Nettuno) allora questo metodo mi permetterebbe di affermare con certezza che la teoria (se confutata) è falsa e che va immediatamente incestinata.
    Dall’altra parte il metodo di Kuhn si adatta di più al caso dell’uomo in quanto le sue osservazioni sono spesso incomplete e/o imprecise, e quindi col beneficio del dubbio mette la teoria in standby introducendo una anomalia che deve essere risolta e verificata a sua volta. A questo punto credo che dopo l’introduzione della prima anomalia (o della seconda o terza, a discrezione del caso e dal buonsenso dello scienziato) si debba passare all’approccio di Popper e quindi (se confutata) è necessario scartare la teoria relativa all’anomalia e quindi a cascata anche la teoria di tutte le anomalie precedenti e della teoria di partenza.

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    1. Perché passare a una nuova teoria dopo solo un’anomalia e non invece due o tre o quattro…? Quando l’apparente inadeguatezza di una teoria è dovuta a difficoltà strumentali dello scienziato e quando a lacune nella teoria stessa? Come saperlo a priori? Ciò richiede una teoria della teoria. P.e. Galileo vedeva i satelliti di Giove perché era presenta un errore nella teoria aristotelica o perché il suo strumento era difettoso? Come saperlo a priori?

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